SESSIONE XVI (21 aprile 1552)
Decreto di sospensione del concilio.
Il sacrosanto
concilio ecumenico e generale Tridentino, legittimamente riunito nello Spirito
santo, sotto la presidenza dei reverendissimi signori Sebastiano, arcivescovo
di Siponto, e Luigi, vescovo di Verona, nunzi apostolici, a nome sia loro
proprio che del reverendissimo ed illustrissimo signore Marcello Crescenzi,
cardinale legato della santa chiesa romana, assente per lo stato assai
cagionevole della sua salute, non dubita esser palese a tutti i cristiani come
questo concilio ecumenico prima sia stato convocato e riunito a Trento da Paolo
III, di felice memoria; e poi ripreso dal santissimo signore nostro Giulio III,
dietro preghiera di Carlo V, augustissimo imperatore, specialmente per questo
motivo: perché potesse ricondurre alla condizione originaria la religione, in
più parti del mondo, e particolarmente in Germania, divisa penosamente tra
tante opinioni, e correggere gli abusi e i costumi corrottissimi dei cristiani.
A questo scopo,
moltissimi padri, senza alcun riguardo alle fatiche e ai pericoli, confluirono
prontamente dalle diverse regioni e già le cose procedevano speditamente e
felicemente per il grande concorso dei fedeli; vi era una ben fondata speranza
che quella parte di Tedeschi che aveva suscitato quelle novità sarebbe venuta
al concilio e sarebbe stata così ben disposta da cedere unanimamente alle vere
argomentazioni della chiesa; che, finalmente, sarebbe spuntata una certa luce
sulle cose e che la cristianità, prima sconfitta e travagliata, avrebbe
cominciato ad alzare il capo; quand’ecco improvvisamente sorgere tali tumulti e
scoppiare tali guerre, per la scaltrezza del nemico del genere umano, che il
concilio ha dovuto quasi arenarsi ed interrompere, con suo grave disappunto, il
suo corso; ed ogni speranza di qualsiasi ulteriore progresso è venuta meno. E
il santo sinodo era tanto lontano dal portare rimedio ai mali dei cristiani e
alle loro difficoltà, che sembrava piuttosto proprio contro quanto desiderava -
irritare molti, piuttosto che placarli.
Perciò lo stesso
santo sinodo, vedendo dappertutto, specie in Germania, ardere la guerra e le
discordie; visto che quasi tutti i vescovi della Germania (e particolarmente i
principi elettori) avevano lasciato il concilio per provvedere alle loro
chiese, ha creduto bene doversi adattare a tanta necessità e tacere fino a
tempi migliori, perché i padri possano tornare alle loro chiese e poterne avere
cura - cosa loro impossibile ora - e non debbano consumarsi nell’ozio. Così,
poiché la condizione dei tempi lo richiede, esso decide di sospendere la
prosecuzione di questo concilio ecumenico Tridentino, per lo spazio di due anni
(e di fatto lo sospende col presente decreto), con la clausola, però, che se le
cose dovessero placarsi più presto e dovesse tornare l’antica pace (e spera
proprio che, con l’aiuto di Dio ottimo massimo, ciò debba verificarsi entro uno
spazio di tempo non troppo lungo), la ripresa del concilio abbia immediatamente
forza, stabilità, vigore. Se poi (che Dio non voglia!) dopo questo biennio, i
legittimi impedimenti, di cui abbiamo parlato, non saranno stati rimossi, la
sospensione si intenda annullata non appena essi cesseranno e senza bisogno di
nessuna altra convocazione, si ritenga restituito al concilio il suo antico
vigore e la sua forza, tanto più che a questo decreto si aggiunge il consenso e
l’autorità di sua santità e della sede apostolica.
Nel frattempo,
tuttavia, il santo sinodo esorta tutti i prìncipi cristiani e tutti i prelati,
perché osservino e facciano rispettivamente osservare nei loro regni e nei loro
domini e chiese, per quanto spetta loro, tutte e singole le prescrizioni che
finora sono state stabilite e disposte da questo concilio ecumenico.
SESSIONE XVII (18 gennaio 1562)
Decreto sulla celebrazione del concilio.
Illustrissimi e
reverendissimi signori, reverendi padri, vi sembra opportuno, a lode e gloria
della santa, indivisa Trinità, Padre, Figlio e Spirito santo, ad incremento ed
esaltazione della fede e della religione cristiana, che il sacro concilio
ecumenico e generale Tridentino, legittimamente riunito nello Spirito santo, da
oggi 18 di gennaio 1562 dalla nascita del Signore, giorno dedicato alla
cattedra di s. Pietro in Roma, principe degli apostoli, annullata ogni
sospensione, riprenda la sua celebrazione, secondo la forma e il contenuto
delle lettere del santissimo nostro signore Pio IV, pontefice massimo; e che in
esso, nell’ordine dovuto, siano trattati quegli argomenti che, su proposta dei
legati e presidenti, allo stesso sinodo sembreranno adatti e idonei a lenire le
calamità di questi tempi, a sedare le controversie religiose, a reprimere le
false lingue, a correggere gli abusi dei costumi, ad ottenere la vera e
cristiana pace per la chiesa? [Risposero: sì].
Indizione della futura sessione.
Illustrissimi e reverendissimi
signori, reverendi padri, credete opportuno che la prossima, futura sessione si
debba tenere e celebrare il giovedì dopo la seconda domenica di Quaresima, che
cadrà il 26 del mese di febbraio? [Risposero: sì].
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